ARTICOLI
I pericoli del Digitale
In: BACHECA DI Sc. Primaria G. Marconi > Educare insieme

Condividere i momenti felici e divertenti dei propri figli sui social è un’attività irresistibile per molti genitori. Ci sono dei rischi? Perché dovremmo evitare lo sharenting?
A guardare i numeri delle ricerche degli ultimi anni, sia in Italia che in altri Paesi il fenomeno dello sharenting, la condivisione di foto e video dei figli online, è diventata un’abitudine radicata in molte famiglie.
Eppure c’è più di un motivo che dovrebbe far pensare due volte prima di postare online il figlio in una delle sue tante pose divertenti e sorridenti.
Per prima cosa i genitori dovrebbero chiedersi se:
pubblicare una foto del figlio/a sia una scelta giusta nei confronti di chi si basa proprio su di loro per essere al sicuro e proteggere i suoi diritti.
- Cos’è il fenomeno dello sharenting
Il termine sharenting deriva dall’unione di due termini inglesi, sharing (condividere) e parenting (fare i genitori) ed è stato coniato nel 2012 da Steven Leckart in un articolo sul Wall Street Journal.
Si tratta di un fenomeno che ha preso piede quasi subito con l’avvento dei social e consiste:
" nel condividere sul web foto e video dei figli da parte dei genitori, in molti casi, già dai primi mesi di vita."
Un fenomeno, molto diffuso, che nell’ultimo anno si sta trasformando anche nella condivisione di video insieme, genitori e figli, in particolare su YouTube e Tik Tok.
Proviamo a comprendere quali sono i motivi che rendono lo sharenting pericoloso partendo dal ricordare che:
" nel momento in cui posto qualcosa online ne perdo il controllo e quella cosa resta online per sempre."
- Perché non dovresti pubblicare le foto o i video online
I problemi che genera lo sharenting sono diversi e riguardano tanto la sicurezza di nostro figlio quanto la sua crescita oltre che: " la credibilità dei genitori davanti ai rischi del digitale a cui vorrebbe educarli."
Proviamo allora a comprendere meglio i motivi che rendono lo sharenting un’abitudine di cui si dovrebbe farne a meno.
1. Sharenting: furto e identità digitale
Che cosa significa per un figlio, anche molto piccolo, avere una proprio foto su di un social?
"Significa seminare delle tracce digitali di lui o lei ancora prima che possa formare e scegliere la propria identità digitale."
In che modo queste tracce digitali possono essere utilizzate?
Nel 2019 Matt Watson ha mostrato, in un drammatico video, come nei commenti a semplici video di bambini o bambine che fanno ginnastica, ad esempio postati da genitori inconsapevoli, una rete di pedofili si scambiasse messaggi che rimandavano a particolari momenti, a loro giudizi “interessanti”.
Questo è solo un esempio di quello che può accadere alle foto che decidiamo di postare e sono già numerose le esperienze di genitori che hanno scoperto che le foto dei propri figli erano state utilizzate per scopi illeciti,
" Se non concederemmo, nel mondo reale, ad uno sconosciuto nemmeno una breve conversazione con nostro figlio perché abbassare la guardia nel mondo digitale?"
2. Sharenting: dati personali
I nostri dati personali sono la nostra moneta di scambio con le grandi piattaforme su cui generalmente postiamo i dati dei nostri figli con foto e video.
Molti più dati di quanto immaginiamo.
Questo perché, da un’immagine in rete, è possibile raccogliere tutta una serie di informazioni utili ai fini commerciali per creare un profilo dell’utente, in questo caso di nostro figlio.
" Ad esempio generalmente accompagniamo la foto di nostro figlio con il suo nome o la sua data di nascita perché stiamo festeggiando il suo compleanno."
Significa che nostro figlio prima ancora di entrare nel mondo digitale è già presente nei database di molte piattaforme.
E se le piattaforme, come Facebook e YouTube, hanno la “tendenza” a ridurre la nostra libertà in rete offrendoci solo quello che ci interessa e ci piace per tenerci al loro interno.
In pratica si sta condizionando i primi passi del proprio figlio nel digitale assicurando per lui il monitoraggio costante da parte di chi già conosce: il suo indirizzo, il suo nome, le sue attività sportive e i suoi giocattoli preferiti ma anche, perché no, quello che gli provoca felicità e quello che odia.
L’identità digitale è il nostro abito nella rete, dobbiamo averne la massima cura perché da essa dipende la nostra privacy e quelle dei propri figli.
La privacy è un diritto personale: è un mio diritto come genitore, ma è in egual misura un diritto di mio figlio anche se è ancora molto piccolo.
3. Sharenting: il futuro delle foto e dei video.
Che c’entra diffondere foto e video con il futuro di mio figlio?
Vi è mai capitato di guardare le vostre vecchie foto da bambini e trovarle imbarazzanti?
Solo che quelle foto sono il qualche album dentro i cassetti delle vostre famiglie, quelle che postiamo dei nostri figli sono in rete, a disposizione di tutti e per sempre.
Diverse ricerche hanno analizzato il punto di vista degli adolescenti rispetto alle loro foto online postate dai genitori.
Molti di loro le trovano imbarazzanti e, per alcuni di questi, le vecchie foto possono diventare motivo di imbarazzo o addirittura prese in giro da parte dei compagni.
Infine, ma non meno importante, molte aziende ormai setacciano il web per approfondire il profilo di un candidato per un posto di lavoro.
Se non basta questo breve elenco delle tante e eccessive libertà che ci prendiamo come genitori nel postare foto e video dei bambini scopriamo anche quanto sono controproducenti per noi stessi genitori.
4. Sharenting e la credibilità di mamma e papà.
Ogni giorno si moltiplicano le cronache di un uso inconsapevole del web da parte di grandi e piccoli: dal cyberbullismo all’odio online.
E si moltiplicano ogni giorno gli appelli per un’educazione alla cittadinanza digitale in primis dei nostri bambini e ragazzi.
In che modo, se le foto di nostro figlio possono diventare di dominio pubblico e fuori dal nostro controllo già da quando è piccolo, pensiamo di educarlo ad un uso consapevole delle foto che fa con lo smartphone, da più grande, o di ciò che sceglie di condividere?
Se mia madre o mio padre non hanno ritenuto che ci fossero dei rischi a postare la mia foto da ballerina o mentre facevo scemenze perché io devo vedere dei rischi nel condividere la foto del mio compagno che fa qualcosa di imbarazzante e divertente?
Sharenting: che fare?
Molte delle sfide del digitale sono davvero complesse da affrontare nelle nostre famiglie quotidianamente.
Per molte di queste sfide non si hanno sempre delle risposte certe.
Il primo suggerimento, ovvio, sarebbe quello di non pubblicare nulla, un semplice gesto per donare libertà, sicurezza e diritti a nostro figlio.
Chiaramente per molti potrà essere una scelta estrema e frustrante.
Allora meglio prendere qualche precauzione. Soprattutto nel caso dei bambini più piccoli sarebbe meglio evitare di mettere in evidenza i volti, se non volete oscurarli, riprendeteli almeno di fianco, parzialmente coperti, in penombra.
È buona cosa anche evitare di rilevare la posizione dei bambini, le loro abitudini, le loro passioni, i loro programmi (gite scolastiche, corsi pomeridiani, ecc…). Un controllo che dovrebbe essere fatto anche sui profili dei genitori degli amici e dei compagni di scuola dei vostri figli.
Occorre anche prestare un po’ di attenzione alle politiche sulla privacy dei diversi ambienti digitali, siti e piattaforme, attivando dove è possibile tutte le protezioni previste. Volendo si può anche impostare su Google la ricezione di una notifica nel caso compaia in rete il nome dei propri figli. Sarebbe anche ideale che di queste modalità di protezione vengano condivise anche con gli altri genitori.
Senza dimenticare che, nel caso si riscontri qualche attività sospetta o ci si trovi davanti a un crimine informatico, bisogna rivolgersi alle autorità competenti, come la Polizia Postale o il Garante per la privacy.
da "Ecco perchè non dovresti pubblicare le foto dei tuoi figli on line" su Educare Digitale di D. Cattozella
03/01/2023 > 30/09/2023
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